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La divina droga

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La divina droga
Chinino e lotta alla malaria in Italia all’alba del Novecento

Scritti di Giustino Fortunato e Francesco Saverio Nitti

Giustino Fortunato non faceva uso di perifrasi quando dichiarava: «Non intende un’acca di tutta la storia del Mezzogiorno chi per poco prescinde dalla malaria» e Francesco Saverio Nitti dava prova di altrettanta schiettezza nell’affermare: «La malaria […] è la base di tutta la vita sociale; essa delimita i rapporti di produzione e di distribuzione della ricchezza più che qualsiasi altra causa».
In Italia, alla fine dell’Ottocento, il flagello della malaria infieriva su un terzo del territorio e mieteva migliaia di vittime ogni anno, rendendo molto difficili le attività economiche e i rapporti sociali.
La situazione era particolarmente critica al Centro e al Sud, stanti la presenza del latifondo e un’accentuata arretratezza.
Mentre brillanti scienziati scoprivano le vere cause del morbo, nelle aule parlamentari del Regno d’Italia ferveva il dibattito sui modi di arginarne la diffusione. Ne nacque un’efficace legislazione che, nel giro di alcuni anni e grazie anche alla somministrazione gratuita del chinino (la «divina droga»), impresse una svolta positiva agli eventi e portò a un progressivo miglioramento della situazione.
Le pagine di Fortunato e Nitti riprodotte in questo volume non solo ci restituiscono un tassello di storia del nostro Paese, ma ci fanno riscoprire la bellezza e la vivacità del pensiero di due menti illuminate e la generosità di chi volle mettere le proprie risorse di tempo e denaro al servizio della lotta alla malaria.

Autori

Giustino Fortunato

(Rionero in Vulture, Potenza, 1848 – Napoli, 1932), politico, storico, meridionalista. Studiò i problemi riguardanti la crisi sociale ed economica del Sud dopo l’Unità nazionale. Come parlamentare, si dedicò soprattutto al miglioramento delle infrastrutture, dell’alfabetizzazione e della sanità nel Mezzogiorno sostenendo politiche di bonifica e profilassi farmacologica. Il suo pensiero esercitò una grande influenza su molti meridionalisti e sul panorama politico-culturale del tempo. Fra i suoi tanti scritti ricordiamo in particolare: Il Mezzogiorno e lo Stato italiano. Discorsi politici (1880-1910); Pagine e ricordi parlamentari; Il castello di Lagopesole; La badia di Monticchio.

Francesco Saverio Nitti

(Melfi, Potenza, 1868 – Roma, 1953), economista, saggista, meridionalista, fu presidente del Consiglio nel 1919-20 e più volte ministro. Antifascista, costretto all’esilio nel 1923, visse per vent’anni a Parigi. Nel 1943 venne arrestato dalla Gestapo e deportato in Austria. Nel 1945 tornò in Italia, dove riprese la vita politica. Fra i suoi tanti scritti ricordiamo in particolare: la trilogia dedicata all’Europa (L’Europa senza pace, La decadenza dell’Europa e La tragedia dell’Europa); La Democrazia; Scritti sulla questione meridionale.

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